Scandalo Qatar: un nome tira l’altro. Nel mirino politici, servizi, Ong a libro paga degli Emirati
A venti giorni dallo scoppio del Qatargate, con l’arresto di Antonio Panzeri (9 dicembre), lo scandalo degli euro-mazzette cresce di ora in ora. E coinvolge a grappolo uomini di Bruxelles, servizi, mondiali di calcio e Ong. La Procura federale belga lavora sodo e porta alla luce la “cricca Panzeri-Giorgi-Cozzolino“. Definita negli atti l’équipe. Ma partiamo dall’inizio. Il 9 novembre, dopo oltre un anno di indagini, scattano le manette per l’uomo forte della Cgil ex eurodeputato del Pd, poi finito ad Articolo 1. L’accusa è pesantissima: associazione criminale, corruzione e riciclaggio. Stesso destino per la moglie, Maria Dolores Colleoni, e la figlia Silvia, 34 anni, avvocatessa con studio a Milano.
Qatar, lo scandalo si ingrossa: decine di uomini a libro paga degli emirati
È uno tsunami che si abbatte sulla sinistra italiana e getta un cono d’ombra su Bruxelles. Con il coinvolgimento della avvenente vicepresidente greca Eva Kaili, del braccio destro di Panzeri, Francesco Giorgi, e di Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale dell’ong No peace without justice, fondata da Emma Bonino. Nel mirino anche l’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino.
La segnalazione ai servizi segreti belgi
Tutto parte da una segnalazione ai servizi segreti belgi fatta dai colleghi di un Paese imprecisato (forse gli Emirati) per un caso di sicurezza nazionale. Trattasi di interferenza di un Paese straniero sui processi decisionali del Parlamento europeo. Nel mirino finisce un centro culturale sospetto. Che ha collegamenti con l’ambasciatore marocchino in Polonia, Abderrahim Atmoun. Che a sua volta ha contatti con Panzeri e la sua famiglia. Un nome tira l’altro.
La perquisizione a casa Panzeri a Bruxelles
I riflettori si spostano sul suo ex assistente parlamentare, Francesco Giorgi, compagno di Eva Kaili. Quella dei soldi trovati dentro casa ‘a sua insaputa’. Presto viene coinvolto anche un
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