Roma, vergogna in pieno centro: come hanno ridotto queste panchine
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Roma, vergogna in pieno centro: come hanno ridotto queste panchine
Da Roma la segnalazione dei cittadini attivi che pretendono l'ordine e il decoro nella propria città: come i vandali hanno lasciato le panchine di Piazza Re di Roma: non c'è limite all'inciviltà Li chiamiamo vandali o, se volete, teppisti. Due sostantivi spesso utilizzati nel giornalismo per parlare di chi sfregia, distrugge, sporca senza ritegno e, […]
Roma, vergogna in pieno centro: come hanno ridotto queste panchine
Rita Sparano
Da Roma la segnalazione dei cittadini attivi che pretendono l’ordine e il decoro nella propria città: come i vandali hanno lasciato le panchine di Piazza Re di Roma: non c’è limite all’inciviltà
Li chiamiamo vandali o, se volete, teppisti. Due sostantivi spesso utilizzati nel giornalismo per parlare di chi sfregia, distrugge, sporca senza ritegno e, anzi, di proposito, qualcosa di pubblico. Ma, forse forse, si tratta di una parola riduttiva, di un termine che non racchiude, benissimo, l’infinità della cattiveria di certe persone. Teppista sa di ragazzino, di individuo che si rende responsabile di una bravata. Ma ciò a cui assistiamo tutti i giorni non può rientrare sotto questa espressione: bravata. Non c’è niente di giocoso, niente di poco serio nel disprezzare e nel rovinare qualcosa che appartiene a tutti. Anche se si tratta di un gettacarte, del palo della segnaletica stradale, di un tombino. Ogni elemento urbano va rispettato, e se questo concetto non appartiene a tutti, c’è un problema.
Non chiamateci esagerati: vale la pena denunciare anche le piccole cose, perché è da queste che si parte per migliorare quelle
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