Quarta ondata, il piano anti-chiusure: terza dose, proroga stato emergenza e green pass fino a giugno
L’imperativo di Draghi e del ministro della Salute Speranza è far sì che l’Italia resti uno dei Paesi Europei con tasso di incidenza del virus più basso.
Ormai la quarta ondata dell’epidemia scuote l’Europa. In Germania in queste ore si registra il record assoluto di contagi e la Gran Bretagna non sta meglio. Anzi. Così l’imperativo di Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza è scongiurare che ciò che accade oltre confine si ripeta in Italia, attualmente uno dei Paesi che ha tasso di incidenza del virus più basso d’Europa.
AVANTI CON LA TERZA DOSE
Il primo step è quello di dare nuovo impulso alla campagna vaccinale, ma questa volta sul fronte delle terze dosi. E’ già stato dato il via libera per il personale sanitario, ai “fragili” e agli ultra sessantenni ad almeno 6 mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale. Nei prossimi giorni toccherà anche agli over 50. Per questa ragione il commissario straordinario Francesco Figliolo ha chiesto alle Regioni di «incrementare il ritmo di somministrazione delle terze dosi, nonché di proseguire con il completamento dei cicli vaccinali primari». Verranno dunque riaperti gli hub che sono stati chiusi e verrà chiesta la collaborazione dei medici di famiglia. Sono già 2,1 milioni i cittadini che si sono sottoposti alla terza dose: il 3,6% della popolazione, mentre sono 46,7 milioni gli italiani che hanno fatto almeno una somministrazione e 45,1 milioni quelli con entrambe le dosi.
STATO D’EMERGENZA PROROGATO
Risale al 31 gennaio del 2020 la dichiarazione dello stato di emergenza e, di proroga in proroga, si è arrivati al 31 dicembre. Ma con ogni probabilità lo stato di emergenza verrà prorogato fino al 31 marzo, con un nuovo provvedimento o con un emendamento al “mille proroghe” in modo che sia il Parlamento a dare il via libera. Ciò permetterà al commissario Figliolo di continuare il proprio lavoro e al governo, alle Regioni, alla Protezione civile di avere strumenti più rapidi di intervento. Inoltre lo stato di emergenza garantisce l’operatività del Comitato tecnico scientifico, Cts.
GREEN PASS FINO A GIUGNO
Nessuna decisione è ancora presa, ma dà ciò che filtra da fonti governative l’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, per andare al cinema, a teatro, allo stadio o al ristorante (al chiuso) dovrebbe essere esteso fino a 30 giugno. E questo proprio per scongiurare nuove chiusure e per tentare ancora di convincere qualche No vax a vaccinarsi. La validità del lasciapassare verde è già stata prorogata a un anno dopo la seconda dose (prima erano 6 mesi).
AVANTI CON LE QUATTRO FASCE
Il governo, come ha spiegato il ministro Speranza, non intende mandare in archivio il sistema a “colori”: bianco, giallo, arancione e rosso, a seconda dell’indice di incidenza, dell’Rt, del tasso di occupazione delle terapie intensive e della aree mediche. Ma per ora l’Italia resta bianca, grazie all’alta percentuale di vaccinati, e a rischiare tra qualche settimana potrebbero essere proprio le Regioni con il più alto tasso di No vax come il Friuli e la provincia di Bolzano. E quelle con un sistema sanitario meno strutturato, come la Calabria. Se la situazione dovesse precipitare in alcune aree più ristrette, con dei veri e propri cluster, si adotteranno zone rosse locali com’è già accaduto nei mesi scorsi.
Il Messaggero.it