Pensioni, nuove regole per le lavoratrici: cosa cambia nel 2024 tra Opzione e Ape donna
Una delle più grandi incognite della manovra riguarda le pensioni. La conferma della Quota 103 sembra quasi certa, il che vuol dire che non ci sarà alcun superamento della legge Fornero. Mentre molto più incerto è il destino dell’uscita anticipata per le lavoratrici, con possibili modifiche all’Opzione donna.
Il governo, dopo il fallimento della misura seguito alla stretta voluta dalla stessa Giorgia Meloni nella sua prima legge di Bilancio, vuole cambiare le regole. Nel 2023 l’Opzione donna è riservata solo a pochissime categorie: lavoratrici con almeno 60 anni (con uno sconto fino a due anni per chi ha almeno due figli) che siano o caregiver, o invalide almeno al 74% o lavoratrici licenziate o dipendenti di un’azienda in crisi.
Attualmente l’Opzione donna prevede un’uscita anticipata con il ricalcolo contributivo dell’assegno, quindi penalizzante. Diverse le ipotesi in campo per il 2024: da un’Ape donna (sul modello dell’Ape sociale) a un’Opzione donna con l’eliminazione del criterio dei figli e qualche altra revisione. Entriamo nel dettaglio.
Pensioni, come potrebbe funzionare l’Ape donna
Una delle ipotesi allo studio dei tecnici del Mef segue il
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