Patto di stabilità, attenti alle trappole. I consigli di Pennisi

Finalmente dopo mesi di negoziati tra i ministeri dell’Economia e delle Finanze dei 27 Stati membri dell’Unione europea (Ue) qualcosa trapela sulla riforma del Patto di Crescita e di Stabilità il “Patto”. E ancora molto poco e dovrà essere integrato da una modifica del Trattato di Maastricht. Ci vorrà almeno un anno per completare l’iter […]

Finalmente dopo mesi di negoziati tra i ministeri dell’Economia e delle Finanze dei 27 Stati membri dell’Unione europea (Ue) qualcosa trapela sulla riforma del Patto di Crescita e di Stabilità il “Patto”. E ancora molto poco e dovrà essere integrato da una modifica del Trattato di Maastricht. Ci vorrà almeno un anno per completare l’iter complessivo; in questo periodo il “Patto” resterà sospeso. Nei prossimi mesi, occorrerà vigilare con attenzione perché – come dice un antico proverbio britannico – “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Secondo Bruxelles, un consenso tra i 27 Stati membri sulla riforma del Patto di Stabilità dovrebbe essere raggiunto “prima delle procedure di bilancio degli Stati membri per il 2024”. Nel primo trimestre del 2023 “l’esecutivo comunitario fornirà nuovamente indicazioni sulla politica di bilancio per il periodo successivo. Questi orientamenti faciliteranno il coordinamento delle politiche di bilancio e la preparazione delle politiche di stabilità e convergenza degli Stati membri”.

Le linee-guida, che ora andranno discusse con gli Stati membri e poi tradotte eventualmente in proposte legislative, confermano nei fatti le indicazioni circolate in queste settimane a


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