
Padova, si uccide per aver mentito sulla laurea. I genitori: “Proviamo un grande senso di colpa”
Si è ucciso forse per avere mentito ai genitori sulla laurea. “Gli dicevamo: muoviti. Gli ricordavamo che se non aveva niente da fare sarebbe dovuto andare a lavorare. Sono cose che tutti i genitori dicono. Ci sembrava la normalità. E invece proviamo ora un grande senso di colpa. Perché non siamo riusciti a capire nostro […]
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Si è ucciso forse per avere mentito ai genitori sulla laurea. “Gli dicevamo: muoviti. Gli ricordavamo che se non aveva niente da fare sarebbe dovuto andare a lavorare. Sono cose che tutti i genitori dicono. Ci sembrava la normalità. E invece proviamo ora un grande senso di colpa. Perché non siamo riusciti a capire nostro figlio”. Sono le parole dei genitori di Riccardo Faggin, il ragazzo di 27enne di Abano Termi trovato morto domenica scorsa nella sua auto. Disperati Luisa Cesaron e Riccardo Faggin confidano il proprio dolore in un colloquio con Repubblica. In preda ai sensi di colpa si appellano a tutti i genitori perché cerchino di comprendere gli stati d’animo dei figli.
Parlano i genitori del ragazzo suicida di Abano Terme
Riccardo è morto domenica in un incidente stradale alla vigilia della laurea, inesistente, in Scienze infermieristiche. Dai rilievi dei vigili non sono emersi segni di frenata o contatti con altre auto. Per questo si ipotizza il suicidio. E finito con la propria Opel Corsa contro uno dei platani che costeggiano la via Romana Aponense, fra Padova e Abano Terme. Solo dopo la tragedia i genitori hanno scoperto le bugie. E il mondo parallelo di questo giovane studente in crisi. Avevo dato solo pochi esami ma aveva raccontato solo bugie alla famiglia. Tanto che i genitori aveva prenotato il ristorante e organizzato il viaggio-regalo per festeggiare la laurea. Abbiamo sbagliato? si chiede disperata mamma Luisa. Eppure l’unica colpa è stata quella di spronarlo a fare. “Semplicemente lo vedevamo un po’ fermo. Lo riprendevamo perché si muovesse con questa benedetta laurea. Forse, però, l’abbiamo aggredito troppo”. E Riccardo si è chiuso in se stesso.
“Ai giovani dico: parlate con i genitori, tirate fuori quello che avete dentro”
“Vorrei lanciare un
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