Omicidi di Prati, i dubbi sulla ricostruzione del killer: il mistero dell’auto e l’ombra di un complice
Mentre Giandavide De Pau è controllato a vista nel reparto Covid di Regina Coeli, le indagini sugli omicidi di Prati proseguono, partendo dalla sua confessione. Soprattutto dai dubbi e dai buchi che la sua ricostruzione solleva. Una versione dei fatti, quella che ha reso il killer, che lascia scoperti due elementi chiave della risoluzione completa […]
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Mentre Giandavide De Pau è controllato a vista nel reparto Covid di Regina Coeli, le indagini sugli omicidi di Prati proseguono, partendo dalla sua confessione. Soprattutto dai dubbi e dai buchi che la sua ricostruzione solleva. Una versione dei fatti, quella che ha reso il killer, che lascia scoperti due elementi chiave della risoluzione completa di un giallo omicidiario: l’arma del delitto e il movente. «Ricordo solo il sangue», ha detto De Pau due giorni fa durante l’interrogatorio davanti ai pm. E intanto, mentre la difesa del reo confesso – ex autista del boss della camorra Michele Senese – valuta la possibilità di procedere con la richiesta di una perizia psichiatrica, il sospetto è che qualcuno abbia coperto il killer…
Omicidi di Prati, i dubbi sulla ricostruzione del killer
Intanto, mentre si attende in settimana – forse già domani – l’udienza di convalida del fermo per il 51enne accusato di triplice omicidio aggravato, si apprende che al momento a De Pau la Procura non contesta la premeditazione. Il 51enne, con un passato da autista per il boss Michele Senese. E numerosi precedenti a suo carico, tra i quali anche un’accusa di violenza sessuale, nel corso dell’interrogatorio seguito al fermo. Durato sette ore. E in cui gli sono stati contestati il duplice omicidio di Via Riboty e il delitto di Via Durazzo, “Il biondo” ha raccontato di ricordare «tanto sangue in quegli istanti. Ero nella casa di Via Riboty con delle ragazze cinesi, ma poi ho un blackout. Non ricordo di essere stato in Via Durazzo. Ho vagato per due giorni senza mangiare né dormire».
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