Nuove regole per gli eletti del M5S: si tengono parte dello stipendio, addio al rigore anti-casta
Nuove regole delle ‘restituzioni’ per gli eletti del M5S. Regole che attenuano il rigore anti-casta tipico degli albori del Movimento.
Voto online sulle nuove regole
Vecchia battaglia anti-casta del pianeta 5 Stelle, approdato in Parlamento tra scontrini e spese da rendicontare così da poter rendere parte degli stipendi alla comunità, il Movimento si sta dotando di nuove regole sulle quali, a quanto apprende l’Adnkronos, ci sarà il voto online.
Duemila euro dell’assegno mensile al partito
Con cambiamenti significativi rispetto al passato: i parlamentari dovranno restituire mensilmente 2.500 euro, ma, di questi, ben 2.000 andranno al M5S, dunque al partito, mentre soltanto 500 finiranno “su un conto intestato all’Associazione MoVimento 5 Stelle appositamente dedicato alla restituzione alla collettività”, si legge nel documento con le nuove regole.
Resta ai parlamentari il 25% di indennità e rimborsi
Ma sono ben altre le novità di peso, salvo cambi in corsa. I parlamentari potranno trattenere “il 25% di ogni eventuale indennità o rimborso in relazione ad ulteriori cariche assunte”, fino alla scorsa legislatura rese per intero -si pensi solo a quella del presidente della Camera, Roberto Fico-, “la restante parte dovrà essere versata all’Associazione MoVimento 5 Stelle per le spese di funzionamento dell’Associazione”.
Assegno di fine mandato: l’80% resta nelle tasche degli ex
Novità in arrivo, inoltre, anche per l’assegno di fine mandato, che gli ex parlamentari dovrebbero aver ricevuto proprio in questi giorni e che, stando alle vecchie regole, avrebbero dovuto restituire quasi per intero (due terzi). Si tratta della liquidazione di circa 44mila euro per legislatura – dunque poco meno di 90mila euro per chi è saltato sulla tagliola del doppio mandato- che, per le regole del M5S volute agli albori da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, i deputati e senatori 5 Stelle
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