Nell’Antico Egitto esistevano già i “test” di gravidanza ed erano attendibili al 70%
Nell’Egitto dei Faraoni le donne erano solite determinare la presenza di una gravidanza con un metodo studiato oggigiorno. La pratica, descritta in alcuni papiri, avrebbe un’attendibilità del 70% secondo alcuni studi condotti negli anni
Nell’Antico Egitto le donne erano solite stabilire la presenza di una gravidanza con una pratica realmente all’avanguardia, un primissimo modello dei test che utilizziamo oggigiorno. A darne nuovamente notizia sono gli egittologi del polo universitario danese Københavns Universitet.
Nel 2018 i ricercatori hanno lavorato su alcuni testi inediti della The Papyrus Carlsberg Collection, una collezione degli anni Trenta di frammenti di papiri mai tradotti prima d’ora. Tra questi vi era un trattato medico sull’ostetricia con la descrizione di un’usanza popolare tra le donne egizie per determinare l’inizio di una gravidanza e il sesso del nascituro.
Per scoprire se una donna era in dolce attesa questa doveva urinare su un sacchetto di grano e poi su uno di orzo. Se a germogliare per primo fosse stato il grano allora la donna aspettava una bambina, viceversa un bambino. Se invece non nasceva nessun germoglio allora la donna non era incinta.
Per quanto sorprendente le informazioni scoperte nei geroglifici tradotti non costituiscono alcuna nuova scoperta. Gli egittologi erano già a conoscenza di questo metodo grazie a un papiro conservato al Ägyptisches Museum und Papyrussammlung di Berlino.
Nel 1963 alcuni medici hanno voluto testare questa pratica per valutarne l’efficacia. In una ricerca pubblicata in quell’anno sulla National Library of Medicine il team di ricercatori ha adoperato chicchi di
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