Morte di Maria Sestina Arcuri, la famiglia vuole la condanna per il fidanzato: “È un violento”
Maria Sestina Arcuri morta a 26 anni dopo una caduta dalle scale. Per la procura di Viterbo e per la famiglia della ragazza si è trattato di omicidio. Non è stato così, invece, per la corte d’assise del tribunale di via Falcone e Borsellino, che il 19 luglio del 2021 ha assolto dalle accuse di omicidio volontario e omissione di soccorso il fidanzato della giovane. Per Andrea Landolfi Cudia oggi, giovedì 27 ottobre, inizia il processo d’appello davanti alla corte d’assise di Roma a cui l’accusa si è rivolta. In primo grado il pm titolare delle indagini aveva chiesto una condanna a 25 anni di reclusione, mentre la famiglia della 26enne, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Vincenzo Luccisano, sperava nell’ergastolo.
La tragedia è avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 febbraio del 2019 nella casa della nonna di Landolfi, Mirella Iezzi, a Ronciglione. Lì la coppia stava trascorrendo il fine settimana, insieme alla 83enne e al figlio di 5 anni che lui aveva avuto da una precedente relazione. Per la procura, Maria Sestina è stata buttata per le scale dal fidanzato al culmine dell’ennesima lite che aveva convinto la ragazza a interrompere la relazione. “Una relazione malata – l’ha definita l’avvocato Luccisano durante il processo di primo grado -. Maria Sestina l’aveva capito ma non ha fatto in tempo a salvarsi. Landolfi è un violente e un calcolatore”.
Il giovane, 33 anni e che per quasi 24 mesi è stato in carcere in detenzione preventiva, è stato condannato dalla corte d’assise di Viterbo a
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