Meloni si sente sotto assedio, ma dallo spread ai migranti è solo propaganda
Parlare di allarme spread è fuori luogo. La minaccia, al momento, non è concreta e i livelli del differenziale tra Btp e Bund non destano reale preoccupazione. Eppure il governo guidato da Giorgia Meloni inizia a temere i mercati. E inizia a sentirsi sotto assedio.
Di certo le ultime vicende europee ed internazionali non tranquillizzano l’esecutivo: il rialzo dei tassi da parte della Bce fa paura all’Italia, l’ostilità del commissario Borrell in tema di migranti viene considerata ormai aperta e anche la stampa internazionale ci mette del suo. A questo si aggiunge uno spread in risalita nell’ultimo mese. Un po’ poco per parlare di complotto, eppure la sindrome dell’accerchiamento sembra già prendere un po’ la destra.
Meloni sotto assedio. O forse no
Il timore nella maggioranza è che in Europa in molti abbiano interesse a indebolire il governo e Giorgia Meloni in vista delle europee del 2024. Addirittura la Repubblica in un retroscena fa riferimento al timore di qualcuno che torni lo spettro del 2011, quando lo spread (e non solo) portò Silvio Berlusconi a dimettersi da presidente del Consiglio.
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