L’orgasmo spirituale È solo così che il sogno diventa miracolo
Non amo chi mi regala i giocattoli ma chi gioca con me.
Negli ultimi mesi ho scritto d’amore: quello etereo, platonico, sognato o spirituale. Ho più volte sostenuto che l’estasi d’amore si può comprendere e sperimentare solo attraverso i corpi che si incontrano per fare dell’amore qualcosa che nutre ogni parte di noi. Materia e spirito. Cuore e mente. Pensieri e assenza di pensiero. Azione e passione. Sensualità ed eleganza. Ma anche gioco che si fa serio per poter dare alla fusione dei due innamorati ogni opposto che crea l’uno dentro una esplosione di piacere estatico che fa oltrepassare la barriera del piacere stesso e diventare qualcosa di indicibile, divino.
È l’orgasmo spirituale con il quale fai l’esperienza più intensa del sacro. Quello che è di questo mondo ma non appartiene a questo mondo.
Bisogna saper giocare perché dentro il gioco ci troviamo la genuinità di ogni nostra azione, di ogni nostro pensiero. Dentro il gioco ci scopriamo la nostra vera natura che da grandi riusciamo a soffocare facendoci così perdere il sapore della vita. Il piacere di andare oltre e continuare a giocare finché il gioco avrà contemporaneamente due vincitori e il premio è l’amore che esplode nell’orgasmo cosmico spirituale.
Bisogna continuare ad essere degli eterni adolescenti perché è così che si fa l’amore. Si deve saturare lo spazio intorno a noi con la frequenza dell’amore che da ogni nostro poro si espande per abbracciare l’altro con quel mélange fatto dall’intreccio di gioia, felicità…
Sì, perché l’amore proviene da noi stessi e serve per avvolgere e coinvolgere l’altro in un flusso e riflusso senza fine. Bisogna sempre prepararsi come per andare a festa e mentre lo fai sentire l’eccitazione dei sensi crescere e sapere che non puoi fermarla. Fare l’amore è la cerimonia, la più bella che possa esistere perché dentro questa nasce la più alta forma per conoscere Dio.
Bisogna vestirsi a festa, prepararsi per la “celebrazione”, darsi un appuntamento per giocare dentro qualcosa che è veramente serio, profondo. È la più alta forma di elevazione! Non siamo solo corpi perché dentro i corpi esiste l’infinito che bussa e chiede di emergere, uscire e prendere l’altro per mano e insieme iniziare a vibrare.
In queste mani che si abbracciano ci si trova dentro quella felicità che è il preludio per l’orgasmo spirituale. Ci si incontra per respirarsi, per guardarsi e per leggere all’altro che ti “sente” cosa hai percepito. Lo fai come se stessi recitando una preghiera al suo cospetto che in quel momento altro non è che l’altare che eleva l’amore terreno.
Ci si accarezza sfiorandosi con il tocco della vibrazione dell’anima che da ogni parte del corpo si propaga e diventa la più alta nota musicale mai conosciuta prima. Non servono le luci perché sono i corpi a diventare ceri profumati che irradiano così tanto amore che la luce diventa abbacinante.
Si scivola al cospetto dell’altro, si contempla la bellezza e mai nessuno potrebbe toccarti in quel modo se non l’amore che incontra la divinità perché in quel momento non stai toccando un essere umano ma il sacro che è in lei/lui.
Senti il sapore della sua pelle che produce nettare di loto che nutre ogni tuo momento dove il tempo non esiste più. Entri dentro il sogno e se lo puoi sognare allora lo puoi fare. Puoi fare tutto ciò che sogni perché dentro il sogno non potrà mai esserci qualcosa che può turbare nessun equilibrio.
Allora giochiamo!
Facciamo il gioco degli sguardi per vederci dentro e perderci nella profondità dello sguardo dell’altro per essere catturati e catturare mentre, teneramente, i baci diventano poesia.
Con i sussurri del cuore raccogliere i suoi capelli dietro la nuca per sentire l’odore dell’amore mentre le labbra viaggiano dal collo alla nuca e si perdono tra i contorni del viso…I confini del piacere iniziano a spalancare le porte del paradiso per fondersi in una sola melodia. Diventare suo per arrivare ad essere noi, felici di essere nell’appartenenza dell’altro perché in quel momento ci si è donati alla vibrazione dell’amore per conoscere Dio.
Comprendere quel linguaggio segreto che solo i corpi che fanno emergere l’anima possono comprendere. Sentire che quel gioco ci toglie ogni imbarazzo del dover essere “grandi” perché l’altro è già grande dentro e fuori di te. È immenso e, dentro questa immensità, ti inchini e più ti inchini e più ti elevi e più si conosce il Paradiso degli Dei dove non si sogna e non si sta nemmeno leggendo il più bel romanzo d’amore mai letto prima. Lo stai scrivendo in quel momento quel romanzo, quel film, quell’articolo, quella poesia. È così che in quello stesso momento ti senti fortunato.
Non sono più solo i corpi a fare l’amore ma le anime che escono fuori dal corpo mentre tu entri nel corpo dell’altro e diventi preghiera.
Sì, lo puoi sognare e lo puoi fare perché in quel momento le anime sono una dentro l’altra, fuori dallo spazio della razionalità creata dall’uomo materiale che vibrano all’unisono alla più elevata frequenza.
Non sei dentro il corpo di chi ami ma ti sei congiunto con la sua anima e sei “nell’oltre”!
Non sei dentro il sesso, hai oltrepassato il piacere fisico. Sarà come morire nell’abbandono completo dentro l’altro, diventare l’altro perché sei così innamorato dell’anima dell’altro che il corpo è come se non esistesse più.
Siete pronti per l’orgasmo… L’unica condizione che prevede il gioco è abbandonarsi all’amore. Il corpo è il tempio è il luogo sacro, è il giardino dell’Eden, il luogo che Dio ci ha donato per raggiungere il piacere estatico e conoscere l’orgasmo spirituale.
L’uomo e la donna, veramente capaci di amare, giocano come due adolescenti che sanno trasformare le immagini del sogno in realtà da vivere senza frontiere. Diventano quegli alchimisti che sanno trasformare il corpo in strumento per assaporare l’amore e conoscere l’orgasmo spirituale.
Bisogna, però, essere dei visionari perché solo così non regalerai un gioco ma giocherai con lei/lui e sarà l’esplosione dell’amore che trascende.
È solo così che il sogno diventa miracolo… perché lei/lui è il miracolo dell’amore… anzi… di più!
Fonte: Wall Street International