Lo strano caso dei contanti russi in Italia
Soldi che vanno, soldi che vengono. Dal giorno in cui Vladimir Putin ha invaso Kyiv, Mosca ha provato ad assediare Roma ritenendo che fosse l’anello debole del fronte occidentale. Da allora il capo della diplomazia russa in Italia, Sergej Razov, si è segnalato per una serie di iniziative provocatorie che hanno indotto più volte la Farnesina a convocarlo. In principio inviò una lettera intimidatoria ai parlamentari che stavano per votare i primi aiuti militari all’Ucraina.
E siccome, racconta oggi il Corriere della Sera, i presidenti delle Camere del tempo non intervennero a difesa di deputati e senatori, ritenne di poter proseguire indisturbato: pagò biglietti aerei a leader politici che s’inventarono mediatori; chiamò ex premier per spiegare loro che “era tutta colpa di Volodymyr Zelensky“; s’incuneò tra le pieghe di quei partiti che non volevano più mandare armi in nome di un riscoperto pacifismo; tenne una conferenza stampa davanti alla Procura romana dopo aver presentato un esposto contro un articolo di giornale.
La novità, come scrive il quotidiano di Via Solferino, è contenuta in un report del 5
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