L’incubo del ritorno del Patto di stabilità: il governo ora teme una manovra lacrime e sangue
Prima era stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Poi è toccato al ministro per le Politiche europee, Raffaele Fitto. Due messaggi che vanno chiaramente in una direzione: il governo teme un ritorno del vecchio Patto di stabilità. E chiede all’Ue di accelerare sull’accordo, che in fondo non piaceva neanche all’Italia, ma che sembra sicuramente meglio di un ritorno del vecchio limite del 3%.
Che sia strategia propagandistica (per poi rivendicare una vittoria anche di fronte a un accordo non particolarmente favorevole) o reale paura, il governo sembra aver iniziato la sua campagna sul Patto di stabilità. Le regole comunitarie devono cambiare prima del varo della manovra, secondo l’auspicio dell’esecutivo.
Patto di stabilità, la paura del ritorno delle vecchie regole
Lo dice molto chiaramente Fitto dal meeting di Rimini: “Se non si trova un accordo sul nuovo modello del Patto di stabilità il rischio è che a gennaio tornino le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso”. Un effetto in realtà molto semplice: limite al 3% per il rapporto deficit/Pil che vorrebbe dire tagli drastici per ridurre il deficit.
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