L’esorcista – Il credente e la ricerca del diavolo: la recensione del film

Ellen Burstyn torna al franchise horror dopo 50 anni. Ma fatica a centrare il punto

Conclusa l’inutile opera di aggiornamento di un classico dell’horror come Halloween Ends, il regista David Gordon Green ha deciso di vedere quale scompiglio può provocare con un altro. Green è il regista di un nuovo sequel dell’Esorcista, il film di William Friedkin del 1973 che ha contribuito a reinventare il genere horror per la contemporaneità. Sono passati 50 anni: è ora di aggiornarlo, no?

La domanda è retorica, la risposta no. L’esorcista – Il credente (nelle sale dal 6 ottobre) è una storia più elegante rispetto ai film di Halloween irregolari e sporchi di Green. Il credente ha uno scopo emotivo e adotta un approccio umano e rinfrescante al tema trattato, tuttavia, fatica a giustificarsi. Dialoga in modo tormentato con l’Esorcista originale, cercando di espandere la visione del mondo di quel film e allo stesso tempo di rendergli un omaggio riverente. Appare un po’ colpevole nella sua opera di predatore di tombe – il che, in un certo senso, è anche


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