Le pressioni indonesiane sul comunicato finale del G20. Il macigno Russia

Il presidente indonesiano Joko Widodo sta esercitando pressioni sulle controparti statunitensi, europee, australiane, candesi e giapponesi perché si giunga al tradizionale comunicato congiunto che chiude ogni vertice del G20. Oggetto del contendere è, naturalmente, il linguaggio da utilizzare a proposito della Federazione Russa e quanto sia possibile spingersi nelle critiche all’invasione dell’Ucraina. Il rischio è […]

Il presidente indonesiano Joko Widodo sta esercitando pressioni sulle controparti statunitensi, europee, australiane, candesi e giapponesi perché si giunga al tradizionale comunicato congiunto che chiude ogni vertice del G20. Oggetto del contendere è, naturalmente, il linguaggio da utilizzare a proposito della Federazione Russa e quanto sia possibile spingersi nelle critiche all’invasione dell’Ucraina. Il rischio è di terminare il vertice senza una dichiarazione finale, il che sarebbe un discreto danno di immagine per il Presidente della nazione che ospita la riunione.

“Il Presidente Widodo presiede al meeting G20 più difficile di sempre” ha affermato un diplomatico indonesiano. Inoltre il Presidente sta anche cercando di evitare quanto successo con il G8 nel 2014, quando la Russia venne espulsa dal foro internazionale a seguito dell’annessione della Crimea. Insomma, vuole evitare che il G20 diventi G19 (anche se ricordiamo che l’Unione Europea, membro del G20, non è tecnicamente uno stato).

“Condanniamo la recente escalation provocata dalla Russia, inclusi gli attacchi sui  civili e sulle infrastrutture civili”. “(…) L’irresponsabile retorica nucleare russa”. “La guerra di aggressione contro l’Ucraina”. Questi sono i toni


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