La sostenibilità, valore aggiunto per Riso Gallo

Un percorso virtuoso iniziato nel 2019 che si è sviluppato nella stesura del Manifesto di Riso Gallo e nella Carta del Riso. Non solo riduzione di sprechi e impatto ambientale, ma anche supporto a comunità e territori

«Il riso è sostenibile di per sé. Nel processo produttivo tutto viene riutilizzato. Una filiera dove non esistono scarti». Siamo a Robbio Lomellina, provincia di Pavia al confine con il Novarese. Qui dal 1926 ha sede Riso Gallo. Con queste parole ci accoglie Carlo Preve, consigliere delegato dell’azienda di famiglia, fondata a Genova nel 1856, sei generazioni fa.

Riso Gallo sviluppa diverse linee di prodotto Il riso deve sostenere

La coltura e la cultura del riso nel dna da 166 anni per una storia in costante evoluzione. Tra gli ultimi capitoli, il percorso di sostenibilità iniziato nel 2019. Il mercato e i consumatori richiedono alle aziende produttrici di aprirsi anche a orizzonti di sviluppo per le comunità e per i territori. E Riso Gallo si è trovato in sintonia con queste esigenze. «Per noi che siamo il riso la sostenibilità non è solo una questione di riduzione degli sprechi e di indicatori di impatto ambientale: per noi il riso è sostenibile quando sostiene».

La sede dell’azienda, dal 1926 a Robbio Lomellina (Pv) I punti fermi

Ecco allora la stesura del Manifesto di Riso Gallo, che si articola in sei punti: Qualità (mettere nel piatto dei consumatori un riso sostenibile agli stessi prezzi del convenzionale), Economia circolare (partecipazione in realtà imprenditoriali capaci di generare valore dai sottoprodotti della lavorazione del riso, trasformandoli e donando loro nuova vita), Ambiente e riciclo (il programma “Coltiviamo il futuro” monitora e migliora i principali indicatori ambientali, dalla gestione dell’energia alla riduzione di emissioni e sprechi, al confezionamento), Tradizione (la lavorazione delle varietà premium di riso bianco avviene attraverso la pilatura a pietra), Persone e territorio (una relazione speciale con le terre del riso sostenendo i conferitori con premi e una piattaforma di credito dedicata), Risicoltori (creata la Carta del Riso, buone pratiche per valorizzare l’ecosistema risaia e le comunità locali).

Carlo Preve Un documento in divenire

Nel particolare, la Carta del Riso ci è stata illustrata dall’agronomo di Riso Gallo Stefano Cavigliolo nell’azienda agricola La Bertottina di Vespolate (No), 77 ettari coltivati a riso. «Un documento dinamico che al momento è costituito da otto regole – spiega Cavigliolo – Chi le rispetta ottiene un prezzo maggiorato al quintale conferito. L’obiettivo è una filiera italiana che garantisca qualità e sicurezza alimentare. Nel 2019 le aziende che avevano aderito a questo processo erano 14,


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