La Russia, l’Italia e il gas
La Russia è sempre stato il nostro principale fornitore di gas: dipendiamo da Mosca per quasi il 40% del gas che importiamo dall’estero, un po’ sotto la media europea del 45%. Ma ora che il Cremlino ha messo a rischio la nostra sicurezza energetica, è necessario un rapido adattamento del nostro “mix” di energia. In tutta Europa. Che cosa fare, dunque?
Non può esistere un Paese senza energia, e in Italia energia vuol dire soprattutto gas naturale. L’elettricità, per esempio, è al 52% generata in centrali termoelettriche e impianti di questo tipo, nel nostro Paese, sono alimentati per l’82,7% a gas. Una grande quantità di questo prezioso combustibile fossile viene anche impiegata per usi civili, cioè per riscaldare case, scuole e uffici, produrre acqua calda e cucinare. Così viene infatti usato il 43% del volume complessivo di gas naturale usato in Italia: 32 miliardi dimetri cubi su 72,7 secondo quanto rilevato per il 2021 dal ministero della Transizione ecologica.
Il gas naturale è un combustibile fossile costituito da una miscela di idrocarburi, in gran parte metano, e da altri gas come anidride carbonica, azoto e acido solfidrico. Si forma per la decomposizione di sostanze organiche, vegetali e animali, intrappolate nei sedimenti marini che poi, nel corso dei millenni, si trasformano in rocce.
Il gas da Russia, Iran, Qatar. A seconda dei casi, i giacimenti di gas naturale possono essere di diverso tipo, associati per esempio al petrolio, come avviene perlopiù in Russia, Iran e Qatar, o a rocce come gli scisti bituminosi, particolarmente diffusi in Nord America e sfruttati con la controversa tecnica di estrazione del fracking.
Italia ed Europa si rivolgono soprattutto alla Federazione Russa per importare il gas naturale per una serie di