KFC, McDonald’s e Burger King: la verità scomoda sul benessere dei polli in Italia

I fast-food in Italia? Gli ultimi in fatto di benessere animale: quasi nullo, infatti, è il loro impegno a eliminare tutte le problematiche principali di benessere dei polli, neanche sui criteri più importanti come la riduzione delle densità e la transizione a razze a più lento accrescimento. È quanto emerge dalla classifica europea stilata da The...

Per il sesto anno consecutivo, The Pecking Order (TPO), che valuta i marchi di fast food e ristoranti in base al loro impegno nell’affrontare il tema del benessere dei polli lungo le loro catene di approvvigionamento, ha esaminato le comunicazioni pubbliche delle principali catene di fast-food per un totale di 75 aziende in Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania e Spagna

I fast-food in Italia? Gli ultimi in fatto di benessere animale: quasi nullo, infatti, è il loro impegno a eliminare tutte le problematiche principali di benessere dei polli, neanche sui criteri più importanti come la riduzione delle densità e la transizione a razze a più lento accrescimento.

È quanto emerge dalla classifica europea stilata da The Pecking Order, il report che valuta come le grandi catene di ristoranti e fast food affrontano il benessere dei polli allevati nelle loro filiere rispetto alla richiesta dello European Chicken Commitment (ECC).

Leggi anche: Allevamenti di polli: un maggiore benessere animale costerebbe solo 0,29 euro in più al chilo

Un rapporto che si concentra sul pollame perché in termini


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