Io, Stefano e la sclerosi multipla: sotto ricatto
Quando parlo di non autosufficienza uso spesso la parola ‘calvario’. Quando parlo invece della continua e progressiva necessità di chiedere aiuto alle mani e ai corpi di terzi, siano essi il tuo caregiver familiare, la tua assistente privata, la tua assistenza pubblica, la parola che descrive meglio secondo me è “ricattabilità”.
Mandereste a quel paese vostro marito che magari se lo merita – o anche se non se lo merita voi ritenete così, ed è giusto nel gioco dei rapporti coniugali – sapendo che di lì a qualche minuto dovete pietire un intervento per sollevarvi, per lavarvi, per spostarvi, per nutrirvi, per darvi da bere, per alleviarvi un dolore?
La vostra assistente privata vi lascia a piedi o vi fa uscire dai gangheri (ndr non mi sto riferendo a nessuna in particolare, il discorso è rivolto a tutte); le singole operatrici scarseggiano di qualità, sono brutali, magari non in malafede ma per incompetenza, non si ricordano nulla e vi fanno faticare mille
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