Il piano “elettrico” per Kiev, le accise e l’hub energetico. Parla Speranzon

Non solo armi. Il gruppo di lavoro “emergenza elettrica” in Ucraina voluto dal premier Giorgia Meloni lavora a una soluzione che, secondo le stime di palazzo Chigi, potrebbe “contribuire a garantire l’alimentazione elettrica di una comunità di circa tre milioni persone”. Una scelta figlia di una volontà ben precisa: “Rispondere alle esigenze dei civili e […]

Non solo armi. Il gruppo di lavoro “emergenza elettrica” in Ucraina voluto dal premier Giorgia Meloni lavora a una soluzione che, secondo le stime di palazzo Chigi, potrebbe “contribuire a garantire l’alimentazione elettrica di una comunità di circa tre milioni persone”. Una scelta figlia di una volontà ben precisa: “Rispondere alle esigenze dei civili e fronteggiare la strategia degli aggressori russi che si sostanzia anche nel fiaccare il morale della popolazione e colpirla direttamente”. Raffaele Speranzon, senatore di Fratelli d’Italia rimarca l’impegno dell’Esecutivo e conferma un “posizionamento chiaro” a favore del “popolo aggredito”.

Speranzon, immaginare un “sostegno elettrico” all’Ucraina è lodevole. A che punto siamo?

Si tratta di un’iniziativa nella quale l’esecutivo crede fortemente. Peraltro so che attualmente siamo riusciti a inviare in Ucraina 53 tonnellate di materiale per ricostruire la rete elettrica. Ciò che ci preme è che la popolazione ucraina abbia la possibilità di stare bene nel proprio Paese. Un principio che noi ribadiamo da sempre. Peraltro la strategia di Putin si sostanzia anche nella volontà di creare le condizioni per un’ondata di profughi verso l’Europa. In modo


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