Il femminismo supera i confini, segue insolite traiettorie
«Negli ultimi anni, il movimento femminista ha fatto tremare la terra nel mondo intero», scrive Verónica Gago, ricercatrice e attivista di spicco del movimento Ni Una Menos, nel suo libro La potenza femminista (Capovolte, 2022). Dall’Argentina è partita nel 2015 un’ondata di mobilitazioni che, nata dalla protesta contro la violenza endemica che colpisce le donne, rapidamente ha assunto l’aspetto di una mobilitazione contro tutte le forme di oppressione che si intrecciano alla violenza machista: lo sfruttamento nella sfera produttiva e in quella riproduttiva, l’espropriazione di risorse comuni, l’aggressione all’ambiente, l’attacco al welfare.
L’anno successivo, il movimento ha convocato il primo «sciopero generale femminista» che da allora, ogni anno, coinvolge reti e collettivi in altri Paesi dell’America Latina, nel Nord America e in Europa. In Italia, è nato su quest’onda il movimento femminista e transfemminista Non Una di Meno. In Polonia, lo sciopero generale delle donne è stato impiegato, a partire dal 2016, come arma di protesta di fronte agli attacchi del
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