Il disastro del Vajont, Piero Ruzzante: «Le colpe della scienza asservita al potere»
Tanti, quella sera, erano davanti alla tv a vedere il Real Madrid che giocava in Coppa dei Campioni, anche a Longarone, il paese che alle 22 e 39 di quel 9 ottobre del 1963 sarebbe stato spazzato via dall’acqua e dalla terra venuti dalla montagna, il disastro della diga del Vajont.
Dal Monte Toc, al confine tra Friuli Venezia-Giulia e Veneto, si staccò una frana lunga 2 chilometri di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e terra. In venti secondi era a valle finendo nel bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont. L’onda di piena superò la diga e distrusse i paesi di Erto, Casso e Longarone, andando ancora più giù nella valle del Piave.
1910 i morti accertati, molti meno i corpi recuperati. 487 vittime avevano meno di 15 anni. Subito fu silenzio, alla luce del giorno si vide la tragedia che è stata raccontata da Marco Paolini nello spettacolo Vajont che questa sera va in scena in contemporanea
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