Hubert Messner, medico dei neonati ed escursionista: «Quella sottile linea tra la vita e la morte»
La vita e la morte, così vicine da sfiorarsi. Sulle vette montane, così come nei reparti ospedalieri. Hubert Messner, il «fratello preferito» dell’alpinista Reinhold, «fondista tenace», lo sa bene: appassionato di montagna e di avventurose imprese (tra cui rischiose spedizioni in Himalaya, Groenlandia, Mongolia e Polo Nord), è anche un medico neonatologo (ora in pensione), primario, all’ospedale di Bolzano, di uno dei reparti di Terapia intensiva neonatale più rinomati d’Europa. «Sul filo del crinale» (Edition Raetia) il suo primo libro, racconta la montagna, le spedizioni accanto a Reinhold Messner, ma anche la sua professione, i casi più difficili e la lotta per la sopravvivenza di tanti bambini venuti al mondo troppo presto.
Lei ha visto morire tanti bambini, nella sua lunga carriera.
«In neonatologia, purtroppo, non tutti i bambini sopravvivono. È stato durissimo accettare che un paziente piccolissimo potesse morire fra le mie mani, una sconfitta, un pensiero da cui è stato difficile uscire. Ma con il tempo, e con l’aiuto dei medici più anziani, si impara che può accadere anche questo: che se questi piccoli non hanno sufficienti energie, bisogna lasciarli
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