Guerra religiosa in ucraina? Il punto del generale Jean
Pochi ucraini (10%) e russi (5%) partecipano regolarmente alle funzioni religiose, anche se, per i primi, la percentuale risulta in netto aumento. Molti cercano nella religione conforto per le sofferenze e i pericoli della guerra. Invece, la massa – oltre il 70% – di entrambi i popoli ritiene che l’Ortodossia costituisca una componente essenziale della […]
Pochi ucraini (10%) e russi (5%) partecipano regolarmente alle funzioni religiose, anche se, per i primi, la percentuale risulta in netto aumento. Molti cercano nella religione conforto per le sofferenze e i pericoli della guerra. Invece, la massa – oltre il 70% – di entrambi i popoli ritiene che l’Ortodossia costituisca una componente essenziale della loro identità nazionale. Come avveniva nella Bisanzio imperiale, esiste uno stretto legame fra le Chiese Ortodosse e le istituzioni statali, spesso estese al potere politico. Tale fatto è particolarmente evidente in Russia. Kirill, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, ha sostenuto l’aggressione di Putin all’Ucraina, attribuendole quasi la dignità di una crociata contro i valori perversi del modernismo, del liberismo e del consumismo. Non solo ha condonato tutti i peccati (anche gli stupri?) ai caduti per la “Patria Russia” (il che in parte almeno, passi dato che è nel solco della tradizione del “Bonus Miles Christi”, di cui non è più diplomaticamente corretto parlare nel Cattolicesimo.
Il sostegno del Patriarca a Putin è esteso alle finalità dell’aggressione. Sarebbero anche quelle di liberare
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