
Fabri Fibra e la censura: «Se non ti auto-censuri, certi palcoscenici sono esclusi. Vieni pagato per ingoiare la sconfitta»
Il rapper è uno dei contributor di Testi Espliciti, il nuovo magazine, curato da Paola Zukar e Claudio Cabona. Insieme a lui, sul tema della censura, contributi di Guè, Bello Figo, Baby Gang, Filippo Giardina e Milena Gabanelli
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«In ambito artistico il creatore di contenuti si autocensura perché sa che altrimenti non potrà accedere a determinati passaggi in radio, palcoscenici, brand o specifici cachet. La cosa che ti permette di ingoiare questa sconfitta è che vieni pagato per ingoiarla». La confessione, firmata Fabri Fibra, è uno dei passaggi più significativi di Testi espliciti, il nuovo magazine di Mondadori curato da Paola Zukar, manager di alcuni degli artisti più influenti del rap italiano, e dal giornalista Claudio Cabona. La rivista è dedicata al tema della censura e ai suoi derivati – propaganda e la libertà d’espressione – affrontati di petto, senza sconti, con una serie di interviste a personaggi di primissimo piano della cultura italiana: uomini e donne che
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