El Dorado in rivolta. Cosa c’è dietro le proteste in Perù
Continuano le proteste in Perù. Nelle ultime ore molte delle strade principali che collegano il Paese sono state bloccate con macigni. Intere città sono state chiuse a causa delle manifestazioni, che hanno lasciato ad oggi il tragico bilancio di 50 morti. La richiesta di chi è sceso in piazza è di nominare un nuovo presidente, rinnovare la Costituzione e rinnovare completamente il sistema di governo peruviano.
La crisi, almeno in maniera esplicita, è cominciata un mese fa. Come ricorda il quotidiano americano The New York Times in un lungo reportage, le proteste nelle zone rurali del Perù sono aumentate con la destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo e le minacce rivolte al nuovo presidente Dina Boluarte.
“Il malessere adesso è più ampio dello scontento per chi governa il Paese – si legge sul NYT -. Rappresenta una profonda frustrazione verso la giovane democrazia peruviana, che secondo i manifestanti non ha ascoltato il divario tra ricchi e poveri, tra Lima e le zone rurali del Paese”. Secondo i manifestanti, la democrazia ha aiutato ad accumulare ricchezza e potere ad un’élite e alla
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