È iniziato ieri l’anno dantesco con una mostra a Firenze
È ufficialmente iniziato ieri l’anno dantesco, cioè il periodo in cui si celebrano, in diverse parti d’Italia, i 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta.
Nemmeno nella più suggestiva e spettacolare trilogia dantesca, dedicata all’Inferno, al Purgatorio e al Paradiso, è mai stata prevista e raccontata la sorte attuale delle umane genti.
Per fronteggiare meglio l’Inferno che ci si è presentato, fra file interminabili per i tamponi e terapie intensive carenti, fra il bollettino dei contagiati e le mascherine quotidiane, non abbiamo nemmeno la guida di Virgilio. Come potremo tornare a riveder le stelle ora che ancora buio ci appare il cammino, in attesa di essere vaccinati?
Il padre fondatore della lingua italiana, il Sommo Poeta, colui che ha scritto uno dei più grandi libri di tutti i tempi, che passò anche da Viterbo e dal Bullicame e ne descrisse i colori nell’Inferno, è stato momentaneamente accantonato per poemi meno costruiti, non divisi in Cantiche nè in terzine, ma ugualmente tragici.
Nel settimo centenario, a Viterbo si è forse in gravidanza di omaggi all’Alighieri Durante, chiamato da tutti Dante? Covid permettendo, sarebbe auspicabile dedicare al Sommo eventi speciali.
Dopo “La Divina Tragedia”, opera teatrale in dialetto viterbese, rappresentata gratuitamente tre anni orsono da alcuni alunni della scuola primaria Canevari anche al teatro Caffeina, ora che nella tragedia non Divina ma profana del Covid-19 ci siamo imbattuti, stranamente ci troviamo a chiedere al Sommo Poeta, visto che i sommi rappresentanti del Comitato Scientifico e del governo prospettano varie soluzioni non sempre proficue in termini di contagi e di economia, di indicarci almeno la via della cultura e della Poesia da percorrere per trovare la luce della speranza o si auspica che almeno la trovi l’omonimo ministro della salute, Speranza.
Per onorare Dante, è stata esposta a Firenze, agli Uffizi, una galleria di opere straordinarie che solo in pochi hanno avuto il privilegio di vedere e neanche complete.
Così si apre dunque ufficialmente il Settecentenario dalla morte del Sommo poeta: diventano pubbliche e accessibili le 88 tavole del pittore manierista Federico Zuccari, l’artista che ha affrescato la Cupola del Brunelleschi a Firenze. La mostra, che per adesso è virtuale sul sito della prestigiosa Galleria, si chiama «A Riveder le Stelle».
Sono i disegni che illustrano la Commedia realizzati alla fine del ‘500 che Zuccari realizzò poco dopo aver affrescato la cupola di Santa Maria del Fiore.
Tutte le opere sono accompagnate da scritti didattici di Donatella Fratini, curatrice dei disegni dal ‘500 al ‘700 custoditi agli Uffizi». Come si legge in una nota della Galleria, la collezione disegnata in Spagna, arrivò al museo fiorentino grazie a Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina, ed è stata esposta al pubblico, parzialmente.
Nel periodo della nuova peste e della carestia, non ci resta che pensare a festeggiare e a celebrare Dante, rileggendo la sua opera, riflettendo sui peccati (chi ne è senza, scagli la prima pietra) e sui peccatori, ma soprattutto vogliamo ancora credere nella grandezza umana, dopo tanta miseria, e nella Lingua italiana in cui Dante, nostro mentore, trovò l’ancora di salvezza al nostro destino beffardo.
Il nostro Inferno in mascherina, che viviamo d’istinti e distanti, si può e si deve affrontare anche con ironia riflettendo sui comportamenti che potrebbero farci uscire dal baratro o farci precipitare di nuovo dai gironi alle bolge.
E Dio solo sa come e se ne usciremo vivi.