“Nelle prossime ore ci sarà una circolare del ministero della Salute che indicherà le categorie per la terza dose. Bisognerà attendere almeno sei mesi di distanza dall’ultima dose ricevuta. Tutti i paesi in Ue si stanno muovendo in questa direzione”. Le parole del ministro della Sanità Roberto Speranza arrivano nel giorno in cui il consiglio dei ministri ha sancito l’obbligatorietà del Green pass per il personale scolastico e per quello delle residenze per anziani. E soprattutto danno il crisma dell’ufficialità alla decisione dell’Agenzia italiana del farmaco, che ha dato il via libera alla terza dose. “Partiremo da chi è più fragile. Non so neanche se sia giusto parlare di terza dose o di completamento dei ciclo vaccinale” ha detto Speranza, intervenendo al Festival della Salute. Il ministro ha spiegato anche come si proseguirà dopo aver messo in sicurezza le persone più a rischio: “Dopo la prima fascia partiremo dai primi che sono stati vaccinati – ha detto – Mettere in sicurezza le Rsa è una priorità e poi dobbiamo salvaguardare gli over-80 ed il personale sanitario. Riconfermo che sulla disponibilità di dosi non abbiamo difficoltà. Possiamo garantire la terza dose”. Stando alle parole del titolare della Salute, quindi, anche per la terza dose si seguirà la strada utilizzata per le prime due: immunodepressi, anziani, personale sanitario e poi tutti gli altri. I richiami saranno a cadenza annuale come avviene ad esempio per l’influenza? “È un’ipotesi, ma va approfondita con la comunità scientifica. Anche il vaccino credo che sarà perfezionato, adattato alle nuove varianti e migliorato” ha risposto.
Sul tavolo del governo, poi, c’è anche la questione dell’obbligatorietà del vaccino. Speranza non ha fatto fatica ad ammetterlo: “Non abbiamo paura di dire che l’obbligo è una opzione in campo – ha sottolineato – In consiglio dei ministri abbiamo oggi già allargato l’obbligo ad altre categorie. Quindi non escludiamo tale opzione, è un’ipotesi in campo e la valuteremo. Sulla base dei dati – ha aggiunto – già dall’autunno ci faremo un’idea compiuta sempre nel confronto con la comunità scientifica”. La linea, insomma, è quella tracciata oggi con chiarezza dal governo, che come detto ha esteso l’obbligatorietà del green pass a determinate categorie: “È lo strumento per chiudere questa fase e aprire una fase nuova. Lo estenderemo ancora nelle prossime settimane e l’obbligo è una facoltà che la Costituzione ci offre” ha detto il ministro. “Da oggi con questo decreto c’è l’obbligo anche per chi non è un medico o infermiere, ma anche per gli altri lavoratori – ha spiegato – È un passaggio in più che a mio avviso è molto importante. Non è un fatto banale. Stiamo dicendo che si può fare, la Costituzione la prevede all’art.32 con un voto del Parlamento”.
Speranza, poi, si è soffermato su altri due temi di stretta attualità: chi ha deciso di non immunizzarsi e il vaccino italiano. “C’è che dice di far pagare le cure agli ammalati che non si sono vaccinati? No – è il parere del ministro – perché la cosa più bella del nostro Sistema sanitario nazionale è il suo universalismo. Se una persona sta male non conta chi sei, se sei ricco o povero, se hai fatto il vaccino o meno. Devi essere curato. Poi è chiaro – ha aggiunto – che chi non si vaccina fa un danno e produce anche un costo, ma questi principi sono troppo importanti e dobbiamo difenderli con tutto ciò che abbiamo“. Per quanto riguarda il vaccino italiano, inoltre, per Speranza bisogna continuare assolutamente la sperimentazione: “Dobbiamo continuare a investire. L’Italia ha nella produzione farmaceutica un asset strategico – ha spiegato – però abbiamo una debolezza sul lato vaccini. Era meno preparata e meno forte su questo terreno. Stiamo lavorando. C’è un confronto costante con il mondo produttivo. Il ministro Giorgetti – ha concluso – ci sta lavorando in confronto con me e con Aifa in tempo breve recupereremo questo pezzo”.