Cospito, i mafiosi e la visita dei dem: invece di scatenare la bagarre, il Pd chiarisca. Senza fronzoli
Le rivelazioni del “Fatto” non possono rimanere senza risposta, come se nulla fosse accaduto. E nemmeno con una risposta scontata, approssimativa, patetica. I parlamentari del Pd devono chiarire. Hanno inscenato la bagarre in aula sul caso Cospito, si sono sentiti “offesi” per le parole di Donzelli, non sono entrati nel merito. L’elemento più importante è rimasto sotto traccia. Ora ancora di più visto che il “Fatto” ha reso noto quanto accaduto nel carcere di Sassari, il 12 gennaio scorso, durante al visita di quattro parlamentari dem in carcere. Si tratta di Walter Verini, Andrea Orlando, Debora Serracchiani e Silvio Lai. Quelle parole, «so che siete venuti per me, ma prima dovete parlare con loro», che avrebbe detto l’anarchico al gruppetto Pd, sono inaccettabili . “Loro” – come scrive il quotidiano – erano Francesco Di Maio, Francesco Presta e Pietro Rampulla, compagni di reparto dell’anarchico al 41-bis. Mafiosi irriducibili e di primo livello. E i dem hanno sostanzialmente “obbedito”.
Cospito non è un martire
Un fatto che, se confermato, sarebbe gravissimo. Da una parte c’è un estremista nel cui curriculum ci sono lotta armata e attentati, dall’altra
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