Content creator e influencer: così il digitale spinge a essere “creativi per forza”
Content creator e influencer: così il digitale spinge a essere “creativi per forza” – Agenda Digitale
La lettura
Imprenditori di sé stessi, ovvero artefici ma anche prodotti della loro impresa: i content creator digitali mettono a valore gli aspetti più intimi della propria esistenza per monetizzarne ogni attimo. Il libro del sociologo Paolo Inno spiega come la creatività da eccezionale sia diventata un imperativo diffuso
04 Nov 2022
Docente di Media e Consumi Culturali, Università degli Studi di Bari
La rete è un ambiente favorevole alla diffusione del self-entrepreneur, l’imprenditore di sé stesso, figura dinamica che sa costruire un’impresa e una posizione puntando tutto su capacità, relazioni e risorse personali.
Di quell’impresa, oltre che l’artefice egli è anche il prodotto: i content creator digitali, ad esempio, propongono sul mercato brand o temi di cui sono testimonial ma intrecciandoli alla loro immagine, al loro carattere, alle loro relazioni.
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Se l’imprenditore di Schumpeter era un innovatore che sfidava l’inerzia sociale e conquistava potere di mercato con un prodotto o un processo mai visto prima, l’imprenditore di sé stesso è un creativo che rompe il silenzio, chiedendo ad alta voce ai portatori di interesse di puntare gli occhi su quel che ha da esprimere perché lo ritiene innovativo.
La creatività come imperativo diffuso
Lo streamer, il tiktoker, lo youtuber e figure simili si danno il compito di tradurre la creatività in quotidianità, canalizzandola in pratiche costanti di pubblicazione che permettano di raggiungere un pubblico nella vastità dell’offerta disponibile.
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Sono figure “creative per forza”, per usare una definizione presa in prestito dal titolo del saggio del sociologo Paolo Inno, recentemente pubblicato dal Meltemi. Il testo presenta una genealogia della figura dell’imprenditore di sé stesso e ricostruisce il percorso che ha portato la creatività da attributo eccezionale ad imperativo diffuso.
Il focus sono le politiche giovanili messe in atto dalle amministrazioni locali ma l’inquadramento teorico e gli strumenti concettuali si rivelano utili anche se trasferiti al mondo della produzione culturale digitale.
In entrambi i settori, infatti, la creatività si fa discorso passando da “capacità di persone speciali” a “speciale capacità di tutte le persone”. Monetizzare l’attimo, saper intervenire aggiungendo un elemento di originalità nel flusso delle conversazioni è il compito dell’utente che prende parola: in pochi sanno farlo spontaneamente,
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