
Cicerchia: come cucinare in sicurezza l’antico legume dimenticato che merita di tornare sulle nostre tavole
La Cicerchia, con il suo nome scientifico Lathyrus sativus, è molto più di un semplice legume: è una reliquia agricola. Resistente come nessun altro, fu la salvezza dei nostri antenati nei periodi di siccità, e oggi è un vessillo della biodiversità italiana da salvare e riscoprire. Dalla necessità di una preparazione attenta alla sua rinascita...
La Cicerchia, con il suo nome scientifico Lathyrus sativus, è molto più di un semplice legume: è una reliquia agricola. Resistente come nessun altro, fu la salvezza dei nostri antenati nei periodi di siccità, e oggi è un vessillo della biodiversità italiana da salvare e riscoprire. Dalla necessità di una preparazione attenta alla sua rinascita nelle cucine gourmet, ecco perché questo “pisello d’India” merita di tornare sulla tua tavola.
Conosciuta in India come khesari e nota anche come pisello d’India o pisello d’erba, la Cicerchia vanta una storia millenaria, con tracce che risalgono a oltre 8000 anni fa in Mesopotamia. La sua forza non è nella quantità del raccolto, ma nella sua resilienza: è uno dei pochi legumi a crescere rigoglioso anche in terreni aridi e condizioni climatiche estreme, caratteristica che l’ha resa fondamentale nell’alimentazione contadina, soprattutto nelle aree meno fertili d’Italia.
Cicerchia, un patrimonio italiano
Sebbene sia un legume globale, in Italia la cicerchia ha trovato il suo posto in diverse tradizioni regionali. Le varietà coltivate in Puglia, Umbria, Lazio (come la Cicerchia di Serra de’ Conti e la
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