ChatGPT è un cittadino migliore di te (non che ci volesse molto)
Stereotipi sui migranti, guerra alle ONG, negazionismo climatico, accesso all'aborto, parità di genere: abbiamo chiesto all'Intelligenza Artificiale più discussa del momento di smontare alcuni luoghi comuni che avvelenano il dibattito pubblico italiano (e di aiutarci a capire quanto possiamo essere stupidi)
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Allo stato attuale, l’intervista a ChatGPT rappresenta un genere giornalistico a tutti gli effetti. Nelle ultime settimane, editor annoiati e giornalisti alla costante ricerca della trovata ad effetto hanno messo alla prova l’Intelligenza Artificiale sviluppata da OpenAI su ogni possibile terreno: ha prodotto testi di tutti i tipi (racconti, canzoni, fiabe, addirittura codici), discusso appassionatamente di filosofia, si è addirittura trasformata in una collaboratrice di Rolling Stone recensendo dischi. Raramente, però, è stata interrogata su temi d’attualità.
Cosa “pensa” un programma di deep learning GPT-3 della situazione politica del nostro Paese, della guerra contro le ONG, dei diritti delle minoranze, delle lunghe e noiosissime discussioni sui temi etici, dell’accesso all’aborto e chi più ne ha più ne metta? Abbiamo provato a svelare l’arcano e abbiamo capito una cosa: forse, è un cittadino migliore di noi.
RS: Ciao! Le malelingue dicono che, per un’Intelligenza Artificiale come te, la politica è un argomento un po’ delicato. È così?
ChatGPT: No, come Intelligenza Artificiale non ho opinioni personali e posso discutere di qualsiasi argomento, compresa la politica. Tuttavia, la mia capacità di comprendere e rispondere alle
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