Beatrice Venezi vuole creare un albo dei critici, non solo musicali
Sapevamo che l’Armata Brancameloni ci avrebbe regalato grandi soddisfazioni. Non pensavamo che si sarebbe arrivati a tanto.
Dopo il bonus per chi si sposa in chiesa pensato dai mullah della Lega, l’ultima proposta tutta matta arriva dal maestro (così vuole che la si chiami, al maschile) Beatrice Venezi, la musicista che in uno spot televisivo riesce a dire senza scoppiare a ridere che «tirare fuori il meglio dai miei musicisti (…) io lo chiamo il mio lato Bioscalin».
Fresca di nomina a consigliere (con la “e”, specifica lei) per la musica (la parola resta al femminile) del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha concesso un’intervista al Corriere della Sera spiegando che, in buona sostanza, è finita la pacchia per chi possiede uno smartphone e vuol dire la sua sulla musica. Anzi, non solo sulla musica.
Venezi spiega che la questione dei critici le sta particolarmente a cuore e quindi avanza un’ipotesi fuori dal tempo e dal mondo: «Vedo che oggi chiunque sia dotato di uno smartphone si erge a critico. E certe “critiche”, chiamiamole così, possono esaltare o affossare la carriera di un
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