Ballerina di night club fatta abortire al settimo mese, infermiere condannato in appello: il feto gettato tra i rifiuti
Ha fatto abortire al settimo mese di gravidanza una ballerina del night club che frequentava. Il feto della bambina è poi stato gettato tra i rifiuti. Un infermiere dell’ospedale di Belcolle è stato condannato in appello a cinque anni e mezzo di reclusione per feticidio. Una pena ridotta rispetto a quella inflitta in primo grado dal tribunale di Viterbo.
Il fatto
Il 2 maggio del 2013 in un cassonetto della spazzatura in via Solieri, nel quartiere Salamaro, viene ritrovato il cadavere di una bambina nata settimina da una 23enne. La romena Elisaveta Alina Ambrus aveva chiesto a un infermiere cliente del night a Poggino in cui lavorava di reperirle un farmaco antiulcera usato anche come abortivo e per indurre il travaglio. La giovane donna, già madre di un bambino di nove mesi, ha così interrotto la sua seconda e indesiderata gravidanza. In appello è stata condannata, con rito abbreviato, a cinque anni di reclusione.
Il primo grado
L’infermiere è il 60enne di Tuscania Graziano Rappuoli, in servizio all’ospedale di Belcolle e nel 2013 addetto all’assistenza domiciliare. Nell’estate del 2014 è stato per un mese agli arresti domiciliari, dopo che il pm titolare delle inchiesta è riuscito a far riqualificare il fatto da soppressione e occultamento di cadavere a omicidio volontario. Per questo reato il 27 aprile 2021 ha chiesto quattordici anni di reclusione, ma la corte di assise di Viterbo ha condannato Rappuoli – che aveva scelto il rito ordinario – a sette anni e tre mesi di reclusione per
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