
Auto usata acquistata all’estero: come verificare il chilometraggio?
La riduzione del numero di chilometri è una pratica per gonfiare il valore residuo di un’auto e rivenderla a un prezzo più alto
Complice il risparmio economico, la disponibilità di modelli ben accessoriati e l’appeal di marchi premium a prezzi accessibili, l’acquisto di auto usate provenienti dall’estero continua ad animare il mercato. La corsa all’importazione cela spesso la trappola della verifica del chilometraggio che può riservare amare sorprese. La riduzione del numero di chilometri indicato sul cruscotto è una pratica per gonfiare il valore residuo di un’auto e rivenderla a un prezzo più alto. Non basta quindi osservare un contachilometri per fidarsi. Per difendersi serve un’indagine accurata.
VERIFICARE IL CHILOMETRAGGIO DI UN’AUTO USATA ACQUISTATA ALL’ESTERO
L’intuizione nasce dall’incongruenza. Anche quando c’è di mezzo l’attività di verificare il chilometraggio di un’auto usata proveniente dall’estero. Se un’auto diesel di dieci anni presenta meno di 80.000 chilometri, è lecito insospettirsi, soprattutto se priva di tagliandi o se proveniente da flotte aziendali o noleggi, noti per percorrere grandi distanze in tempi brevi. Il dubbio cresce quando lo stato generale della vettura – volante, pomello del cambio, sedili e pedaliera – racconta una storia diversa da quella esibita dal quadro strumenti. Anche la rumorosità del motore, l’usura delle
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