Artemisia e Napoli. Una mostra getta nuova luce sui legami tra l’artista e la città
Artemisia Gentileschi, Sansone e Dalila, 1630-1638 ca, Olio su tela, 109.5 x 90.5 cm, Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia – Napoli Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo | Foto: © Luciano Pedicini, Napoli
Napoli – Nell’estate del 1630 Artemisia Gentileschi da Venezia giungeva a Napoli, capitale del vicereame spagnolo, ma soprattutto seconda metropoli europea per abitanti dopo Parigi.
A 19 anni dalla violenza subita da parte di Agostino Tassi, con il conseguente processo che tante ripercussioni ebbe sulla sua vita e la sua pittura, la pittrice romana dal talento precoce faceva il suo ingresso nella città del Vesuvio che conservava ancora traccia del grandissimo fervore artistico di Caravaggio, Annibale Carracci, Simon Vouet.
Artemisia Gentileschi, Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria, 1615-17, olio su tela, 71 x 71.5 cm | © The National Gallery, London
A tre secoli da quel soggiorno Gentileschi torna in città grazie a una mostra che, dal 3 dicembre al 20 marzo, porterà alle Gallerie d’Italia di Napoli, museo di Intesa Sanpaolo, una selezione di circa cinquanta opere – delle quali 21 della sola Artemisia – provenienti da raccolte pubbliche e private, italiane ed internazionali.
Il percorso, intitolato Artemisia Gentileschi a Napoli, a cura di Antonio Ernesto Denunzio e Giuseppe Porzio, e che vede come specialist advisor Gabriele Finaldi, oltre a essere un affascinante viaggio negli anni napoletani della pittrice – tra il 1630 e il 1654, interrotti solo da una parentesi londinese tra la primavera del 1638 e quella del 1640 – è soprattutto un’occasione per conoscere l’aggiornamento degli studi scientifici sull’argomento.
A precedere la realizzazione della mostra è stata infatti un’intensa attività di indagine scientifica e di ricerca archivistica che ha restituito nuovo e importante materiale per fare luce sulla biografia di Artemisia. Adesso risultano più chiare le
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