Alvaro Vitali: «Cambiavo donne e auto ogni 3 mesi, oggi vivo con 1.200 euro di pensione»
Dal simbolo di una generazione e di un certo cinema popolare grazie alla saga di Pierino al ruolo di comprimario nell’industria, nella speranza che qualcuno gli dia un’ultima occasione per «fargliela vedere a chi non ha creduto in me». Alvaro Vitali, 72 anni, non ha niente da perdere, e affida a Repubblica i ricordi di una carriera che lo ha portato al successo prima di respingerlo ai margini come spesso accade. «Non sapevo neanche chi fosse, io al cinema andavo a vedere i film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia», dice Alvaro Vitali ricordando Federico Fellini, il primo a dargli un’opportunità.
Roberto Jandoli / ipa-agency.net
«Avevo 18 anni e guadagnavo 16mila lire a settimana. Poi sono stato reclutato per una parte di Satyricon. Settantamila lire al giorno, per sette giorni di lavoro». Dopo quel film, Fellini lo chiamò per altre parti: «Lo divertiva la mia indole popolare. Mi chiedeva: “Ti è piaciuto Giulietta degli spiriti?” “Sì”, mentivo. “E cosa ci hai capito?” “Un cazzo, dottore”. Fellini ne rideva». Con i primi soldi guadagnati «comprai casa a nonna Elena, in via Oderisi da Gubbio, nel quartiere Marconi. Sono stato
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