Alessandro Giuli e il “terribilismo” di Vannacci: «Un infantilismo declamatorio tipico di una certa destra»
Il ministro della Cultura: il mio tatuaggio con l’aquila non è fascista, è pacifista
Alessandro Giuli si definisce «un liberalsocialista di destra». E qualunque cosa questo voglia dire, nel colloquio con Alberto Mattioli per La Stampa che diventa la sua prima intervista a un giornale italiano da quando è ministro della Cultura comincia il discorso in giuliese stretto. Stavolta parlando di Roberto Vannacci. Le cui istanze, spiega, «non sono tutte da respingere. Da rifiutare è il suo terribilismo, reincarnazione di un infantilismo declamatorio che era tipico di una certa destra. Bisogna quindi mettere ordine intellettuale dove il pensiero si fa viscerale. E qui serve Gentile: non quello dello Stato etico, ma quello che rivendica la tradizione rinascimentale e risorgimentale italiana».
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