
Martina Oppelli, la sclerosi multipla e il suicidio assistito negato: «Perché denuncio tutti per tortura»
L'architetta triestina: «La vita non è di destra o di sinistra. La vita è colorata, è dignità. E io voglio poter decidere della mia esistenza»
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Martina Oppelli ha presentato in procura a Trieste un esposto per tortura e per rifiuto d’atti d’ufficio contro l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi). L’architetta triestina 49enne è affetta da sclerosi multipla progressiva. È «totalmente dipendente da macchinari, farmaci e assistenza continua per le sue funzioni vitali», ma l’Asl per la seconda volta le «nega l’accesso alla morte volontaria e ignora la recente sentenza 135 della Corte Costituzionale». Condannando Martina «a proseguire in una sofferenza senza fine», dice Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Coscioni.
La rabbia e l’energia
Oppelli dice di non essere arrabbiata per il no dell’Asl «perché la rabbia ti toglie energia e non ti porta niente. Come potrei arrabbiarmi per i medici che mi hanno curata? Semmai quello
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