Dall’Ucraina alla Palestina. Riparte la guerra a colpi di Fake news
Si sente dire spesso che in tempo di guerra, l’arma più forte è la parola. Difficile dar torto a questo motto popolare che trova conferma in ogni conflitto, incluso quello mediorientale. Già perché dopo giorni in cui i mass media occidentali hanno raccontato raccapriccianti dettagli della mattanza all’interno del kibbutz Kfar Aza, concentrandosi sulle presunte decapitazioni di bambini, qualcosa sembra non tornare. Proprio l’agghiacciante dettaglio sui minori al momento non solo non trova alcuna conferma ufficiale ma addirittura sonore smentite.
In tempo di guerra l’arma più forte è la parola. Ma dal ruolo dell’Iran alla strage nel kibbutz, la prima sconfitta è sempre la verità
Primi a negare questo brutale atto sono stati i miliziani di Hamas: “Affermiamo categoricamente la falsità delle accuse inventate promosse da alcuni media occidentali, che adottano in modo non professionale la narrativa sionista piena di bugie e calunnie contro il nostro popolo palestinese. L’ultima delle quali è stata l’affermazione di aver ucciso bambini, decapitandoli”. Certo qualcuno potrebbe obiettare che un comunicato simile abbia ben poca valenza perché a parlare sono quei miliziani che hanno portato
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