Verso un’altra crisi energetica, petrolio e gas alle stelle
Tremano i mercati. E tremano i governi. Il nuovo conflitto in Medio Oriente fa paura anche per le ripercussioni sulla crescita dell’economia, che già arranca di suo, e per le ricadute sul mercato dell’energia, petrolio e gas innanzitutto.
Ieri chiusura in forte rialzo per il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam. I contratti future sul mese di novembre hanno guadagnato il 14,97% a 43,95 euro al MWh, portandosi sui livelli dello scorso 26 settembre. Mentre il petrolio è schizzato vicino ai 90 dollari al barile (Wti +4,12% a 86,19 dollari e Brent +3,98% a 87,93 dollari).
La guerra in Ucraina ha comportato una crisi energetica per il Vecchio continente i cui strascichi ancora non si sono spenti. Ora il nuovo conflitto tra Israele e Hamas rischia di aprire un nuovo fronte di crisi sempre sullo stesso terreno. Proprio all’Algeria, vicina ad Hamas, l’Italia si è rivolta per sostituire le forniture di gas della Russia. Mentre la posizione dell’Iran diventa cruciale per il petrolio.
Fosche nubi per petrolio e gas
“Secondo le previsioni della Commissione europea la crescita dovrebbe raggiungere
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