Perché la ricerca di un «amministratore delegato» da parte di William e Kate potrebbe cambiare la monarchia
All’inizio di questo mese, la multinazionale specializzata in reclutamento di dirigenti Odgers Berndtson ha pubblicato un’offerta di lavoro che, con un pizzico di understatement, ha definito «unica». Accanto all’annuncio del posto di preside per una scuola internazionale a San Paolo e alla ricerca di un nuovo presidente per il Woodland Trust (l’ente di beneficenza britannico dedicato alla conservazione del patrimonio boschivo), il sito web della società offriva un impiego che ha messo in fibrillazione i giornalisti che si occupano di reali: «Amministratore delegato per le Loro Altezze Reali i principi di Galles».
L’annuncio, scritto nel tipico gergo delle agenzie di collocamento, richiede una persona «dall’ego equilibrato» che sia dotata di «intelligenza emotiva» e abbia capacità di leader «servitore». Si legge poi che la risorsa «sarà responsabile dello sviluppo e dell’attuazione della strategia a lungo termine delle Loro Altezze Reali e del costante rafforzamento di una cultura della Casa Reale professionale e collaborativa». Il CEO, inoltre, dovrà essere «un leader in grado
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