Quell’insopportabile schiaffo di Stato ai figli dei migranti
È arrivato il tempo che il governo dimostri che non esistono bambini di serie A e di serie B, ma che i minori vanno tutelati tutti indiscriminatamente senza che le “colpe” attribuite ai padri ricadano su di loro. Sonore le sconfitte in termini di avanzamento nel riconoscimento dei diritti dell’infanzia che si sono consumate in Parlamento e a Palazzo Chigi.
Il governo si ostina a non riconoscere i figli dei migranti. Eppure l’Italia ne ha tanto bisogno
Dalla bocciatura in Senato del certificato europeo di filiazione che tutela in egual misura il minore su territorio transnazionale al decreto Cutro che taglia fortemente i fondi destinati all’accoglienza costringendo il terzo settore a disertare i bandi indetti dalle Procure perché le risorse erogate non sarebbero sufficienti a garantire il rispetto dei requisiti minimi, inclusi quelli dei minori.
Nel primo caso il terrore delle destre è che il certificato costituisca un lasciapassare per i bambini nati in altri Paesi attraverso la pratica della maternità surrogata e, nonostante le rassicurazioni avute anche in sede di audizione dalla Garante dei diritti dell’Infanzia che ha dimostrato
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