La necropoli etrusca di Vulci restituisce un corredo inviolato di 2mila 500 anni fa
Nella camera funebre, appartenente ad una donna, anche uno spiedo con i resti dell'ultimo pasto
Vulci restituisce ancora un meraviglioso corredo. Non finisce mai di stupire la necropoli etrusca di Poggetto Mengarelli dove la campagna archeologica di scavi, portata avanti da Fondazione Vulci sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza, ha restitutito una camera funebre inviolata e in cui il tempo sembra essersi fermato a 2mila 500 anni fa.
Una scoperta di inestimabile valore, anche per la rarità della situazione che si è presentata agli archeologi nel momento dell’apertura del monumento funebre. Dietro la pietra di circa 40 chili che sigillava la tomba, un corredo funebre incredibilmente ricco, che si è presentato ancora intatto nonostante i millenni passati. All’interno della camera di sepoltura, appartenente ad una donna, gli archeologi hanno trovato circa una trentina di vasi, bicchieri, anfore e addirittura uno spiedo con innesti dell’ultimo pasto consumato. Inoltre tra gli altri oggetti è stata rinvenuta una fuseruola in terracotta, uno strumento usato dagli antichi per filare i tessuti. I resti della donna invece erano custoditi all’interno di un vaso.
Il direttore scientifico Carlo Casi
“Puntare sulla ricerca quale elemento fondamentale della valorizzazione – ha detto Carlo Casi a ViterboToday -, come il Parco Archeologico
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