All’anarchico sì, al boss no. Le ambiguità di Orlando sulla revoca del 41-bis per Cospito
«State con Cospito o con lo Stato?». Sarà stato senz’altro ruvido Giovanni Donzelli nell’inchiodare gli esponenti del Pd a questa brutale (va bene?) domanda, ma non è che avesse tutti i torti. Sulla vicenda del capo degli anarco-insurrezionalisti in sciopero della fame contro il 41-bis, i dem evidenziano infatti preoccupanti dosi di ambiguità. O, quantomeno, di incoerenza. È il caso, soprattutto, di Andrea Orlando, già ministro Guardasigilli e presente – con Debora Serracchiani, Walter Verini e Silvio Lai – nella delegazione che il 12 gennaio scorso volò a Sassari per sincerarsi delle condizioni di salute di Cospito. Niente di male. Anzi, come ha chiarito Nordio, i parlamentari hanno il diritto-dovere di visitare le carceri e di acquisire informazioni sul trattamento riservato ai detenuti.
Orlando si oppose alla scarcerazione del moribondo Provenzano
L’incoerenza, si diceva. Quella di Orlando emerge in tutta la sua dirompente evidenza in un tweet del 31 gennaio, ripescato oggi da Libero. «No – vi si legge -. Ho detto in tutti i modi che il 41 bis va revocato proprio in ossequio allo stato di diritto». Non fa una grinza. Se non fosse che da ministro
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