La tragedia dei due Pastori Svizzeri Chelly e Blue, il proprietario: “I miei cani investiti da un treno e nessuno ci ha detto nulla”
Li hanno cercati ovunque per 47 giorni. Persone da tutta Italia nell’ultimo mese e mezzo si sono unite alla disperata ricerca di Chelly e Blue mandando decine di segnalazioni di cani simili, e centinaia di preghiere per la famiglia.
Nel giro di qualche settimana la loro scomparsa ha addirittura superato i confini nazionali: sono arrivate notizie di avvistamenti anche da Francia e Germania. Ma la speranza di ritrovare i due Pastori Svizzeri, una mamma e un figlio di 6 e 2 anni, si è spenta questa mattina. Il proprietario Maurizio Albesano e la moglie li hanno trovati morti sotto il ponte di una ferrovia, in via Sabbioni, nel tratto tra Trofarello e Cambiano, in provincia di Torino.
Il ritrovamento è stato uno choc: il corpo di Blue era tagliato a metà, mentre della mamma Chelly hanno trovato la testa, due zampe posteriori e alcuni resti del corpo, coperto con delle pietre presenti sui binari. «Siamo devastati dal dolore – racconta Maurizio Albesano, 49 anni, che vive a Trofarello con la moglie e le due figlie di 15 e 17 anni -. Per tutto questo tempo non abbiamo fatto altro che cercarli, con l’aiuto di droni, cani molecolari, battute di ricerca, annunci sui social e volantinaggio». Oltre che denunce a vigili, carabinieri e polizia ferroviaria. Per loro erano come due figli.
Chelly e Blue sono morti la sera stessa del loro allontanamento da casa, quel «maledetto» 17 novembre. Ma adesso allo strazio si aggiunge la rabbia: «perché dalle ferrovie non ci hanno mai contattato per tutto questo tempo? Perché li hanno abbandonati senza cuore a marcire sotto un ponte? – si sfoga Maurizio -. Non era difficile mettersi in contatto con noi: dai social ai giornali a Trofarello si è parlato molto della nostra storia, e gli appelli sono diventati virali». Avrebbero potuto risparmiarsi 47 giorni di disperazioni e di speranze.
«Faremo senza dubbio una lettera di richiamo per inadempienza contro Ferrovie dello Stato», aggiunge Maurizio. Che prosegue: «Ho saputo del loro investimento da un macchinista, così ho chiamato la stazione Lingotto per chiedere se potevano accompagnarci sul luogo dell’investimento. Mi hanno risposto di no, mi hanno detto: “non c’è niente”». Allora il signor Maurizio ha deciso di andare da solo con la moglie a cercare i loro Pastori Svizzeri, trovandoli senza vita e con i corpi straziati.
«E’ stato fatto anche un verbale dell’incidente, e il 17 novembre verso le 23,30 il treno si è fermato per un’ora dopo l’investimento dei cani. Ma nessuno ci ha detto niente», continua ancora Albesano. Che oggi cerca di rincuorarsi come può: «mamma e figlio erano inseparabili, non si allontanavano mai l’uno dall’altra. Almeno sono morti insieme, senza soffrire». Questa è l’unica consolazione per Maurizio e la sua famiglia, che su Facebook oggi ha lasciato un ultimo messaggio: «Per favore, se volete inviare messaggi di conforto fatelo qui, al momento Maurizio e Franca non sono in condizione di rispondere. Troppo dolore».
Fonte: La Stampa