Crosetto: “Nella pubblica amministrazione serve il machete, via i burocrati capaci solo di dire no”
“Per un’opera pubblica ora ci vogliono 17 anni, dovranno diventare quattro o cinque. E con coraggio si dovrà usare il machete con le catene che bloccano lo sviluppo dell’Italia”: intervistato dal Messaggero, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sottolinea la necessità di rinnovare i burocrati italiani. E a chi critica la manovra risponde che non è stato sprecato un solo euro e che si è lavorato per la crescita. Sulla richiesta di Kiev di sistemi antiaerei, spiega che non è ancora cominciata la costruzione del sesto decreto Ucraina, ma “se sarà possibile, certamente li aiuteremo a difendersi”, aggiunge.
Crosetto al Messaggero: “Con i burocrati vecchi non fai politiche nuove”
“Il percorso della manovra – chiede il Messaggero – è stato a ostacoli. Colpa, come ha detto Mollicone, della latitanza dei tecnici di Ragioneria e Mef nei momenti cruciali? “Il primo problema – risponde il ministro della Difesa – è stata la tempistica: Giorgetti ha avuto appena tre giorni per mettere su la manovra. Il secondo è quello di una classe dirigente nei ministeri e in ogni settore della macchina burocratica che va cambiata in profondità. Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse, se nei posti chiave tieni funzionari che hanno mentalità vecchie o servono ideologie di cui noi rappresentiamo l’alternativa. E poi c’è un problema di classe parlamentare: come è avvenuto nel 2018 per i 5Stelle, si è pagata un po’ di inesperienza”.
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“Per un’opera pubblica ci vogliono 17 anni”
Sull’eventualità di uno spoil system massiccio per cambiare i burocrati nei posti chiave, Crosetto precisa: “Il termine scade a fine gennaio. Di certo non è facile sostituire le burocrazie esistenti. Perché alcune persone sono di grande valore. E perché la macchina amministrativa deve andare avanti e
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