Delirio tv di Montanari contro la Meloni: «Odia i poveri». Ma il furore ideologico non attacca più (video)

«Odia i poveri»: è l’ultima esternazione delirante di Tomaso Montanari contro Giorgia Meloni e il governo. Il critico, pronto a stupire con i soliti effetti speciali, tanto ideologizzati quanto avulsi dalla realtà dei fatti, sulla manovra – pensata e strutturata per le famiglie, le imprese e le fasce di popolazione in difficoltà – coglie l’assist […] L'articolo Delirio tv di Montanari contro la Meloni: «Odia i poveri». Ma il furore ideologico non attacca più (video) sembra essere il primo su Secolo d'Italia.

«Odia i poveri»: è l’ultima esternazione delirante di Tomaso Montanari contro Giorgia Meloni e il governo. Il critico, pronto a stupire con i soliti effetti speciali, tanto ideologizzati quanto avulsi dalla realtà dei fatti, sulla manovra – pensata e strutturata per le famiglie, le imprese e le fasce di popolazione in difficoltà – coglie l’assist di Lilli Gruber, che offre al suo ospite sul piatto d’argento la possibilità di esibirsi in una delle sue proverbiali performances al vetriolo contro esecutivo e premier. Sfoghi molto avvelenati, e assai meno concentrati sui dati. E così, alla domanda sul tema, il critico – nella logora veste di commentatore eretto a guru ben più radical dell’intellighenzia chic a cui farebbe riferimento – replica: «È un governo che lavora per i ricchi e contro i poveri». Giù il sipario? Neanche per sogno. Per il finale a effetto ce ne vuole…

L’attacco di Montanari alla Meloni

E infatti Montanari, ebbro della possibilità mediatica di sputare sentenze e verdetti inquinati dal solito ristagno di acque torbide, ne approfitta subito per rincarare anche la dose di cicuta da miscelare nella successiva esternazione (perché di quello si è trattato, più che di una critica sui dati e sui fatti) in cui l’ospite della Gruber tuona insidiosamente: «C’è un vero e proprio odio per i poveri». Cosa glielo faccia dire, però, non è dato saperlo… Ma nel salotto tv della sinistra più veemente e militante, si sa, basta l’attestazione di risentimento per validare un’ affermazione.

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Tanto che, rinvigoritosi dopo l’ultimo exploit, il prof prosegue: «La sostanza della manovra economica era obbligata. Lo sapevamo che ci sono dei margini molto stretti. Quello che cambia sono gli accenti simbolici», recita la “supercazzola”. E


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