Lotta alle droghe e alla dipendenze: addio metodo Dadone, ora il centrodestra fa sul serio
Ci voleva un governo di centrodestra o di destra-centro come tenta disperatamente di dire il centrosinistra, per riportare finalmente al centro del dibattito dopo oltre un decennio dì oblio il tema della difesa della vita e della lotta incisiva alle droghe e alle dipendenze.
Con un quadro complessivo che ricorda gli anni Ottanta, tra morti conclamate per eroina e decessi mascherati per coca, sostanze sintetiche, acidi e una varietà infinita di veleni, per la sinistra il problema principale è rimasta la legalizzazione. Come se flotte di quindicenni non avessero già le narici intossicate e nei parchi, grazie a un ricambio continuo della manovalanza migrante, non corressero fiumi di polvere. Un totem, quello della legalizzazione, con il paravento alzato della sottrazione dì un ricco mercato alle mafie, dimenticando il piccolo particolare che la”merce” in gioco è ancora la persona. Entità che Maria Teresa Bellucci, viceministro agli affari sociali, psicoterapeuta, conosce bene e che ha posto come avanguardia del suo programma. Intanto, la Bellucci ha messo in archivio il piano presentato in extremis dall’ex ministro Dadone, annunciando dì voler modificare il testo unico delle sostanze stupefacenti risalente al 1990. Non una differenza sottile ma sostanziale tra oggi e ieri.
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La riduzione del danno è un concetto superato
La riduzione del danno, che la Dadone presentava come forma surrettizia dì rassegnazione alla dipendenza è un concetto superato. Per Bellucci invece, è accettabile solo come passaggio intermedio verso la liberazione. Lavora bene la Bellucci e partecipa attivamente, con le comunità dì recupero, a una rivisitazione di approccio delle comunità che comprenda anche le dipendenze non chimiche. Su questo fronte è attivo da sempre Maurizio Gasparri, oggi vicepresidente del Senato, ideatore dì Scelgolavita e sono impegnati diversi parlamentari di FdI e del centrodestra, da
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